Durante la quarantena ho letto di più e mi sono imbattuta in notizie a volte curiose.

Mi ha colpito infatti un articolo sull’impatto che la caccia dei gatti di casa ha sulla fauna selvatica.

La ricerca è stata condotta dalla NC State University e dal North Carolina Museum of Nature Science ed ha dimostrato come i gatti, rispetto ad altri felini, siano degli inesorabili predatori con un forte impatto sulla fauna della zona in cui vivono. E dov’è la novità, vi chiederete? Tra sembrare e dimostrare ci passa un mondo in mezzo!

Come spesso vi dicamo la scienza dimostra in modo oggettivo e standardizzato le impressioni di partenza per confermarle o smentirle rigorosamente.

Ebbene, da questo studio fuoriesce che l’effetto della predazione dei gatti domestici è fortemente localizzato nell’area in cui abitano poiché tendono a non allontanarsi troppo da casa e quindi l’area di caccia risulta molto più piccola rispetto a quella dei felini selvatici. Cacciando appunto in micro aree, il loro effetto è più evidente.

Più nello specifico si è evidenziato che i mici tendono a restare solitamente nelle zone limitrofe alla casa e a spostarsi nelle vicinanze di qualche centinaio di metri; quantificando poi il numero di prede catturate da ogni gatto, i ricercatori hanno notato che è notevolmente alto rispetto al numero cacciato dai felini selvatici.

In conclusione, il tasso di percentuale di predazione dei gatti domestici è molto elevato: fino a dieci volte in più rispetto ai loro parenti selvatici.

Notizia confortante magari per chi non ama i topolini ma di grande impatto se pensiamo anche ad uccelli e altre specie che vivono in città.

Se ragioniamo infatti più in grande (altro studio pubblicato su Nature Communications), i gatti domestici possono arrivare ad eliminare fino a 4 miliardi di uccelli e 22 miliardi di mammiferi ogni anno. Sì, avete capito bene: miliardi!

I ricercatori stanno studiando dei metodi per allertare gli uccelli ed evitare che vengano catturati in numero così elevato dai mici.

A parere nostro, se questa fosse la strada, si aprirebbe una discussione etica sia sulla sostenibilità dell’ecosistema che sull’etologia del gatto che prevede una predazione efficace da migliaia di anni.

Vedremo in futuro le evoluzioni di questi curiosi studi scientifici.

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